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Mercato dell’auto italiano: 2022 anno da dimenticare

Mercato dell’auto italiano: 2022 anno da dimenticare

Nonostante la crescita costante degli ultimi cinque mesi, il mercato dell’auto italiano 2022 si chiude con un andamento negativo. I dati diffusi da UNRAE indicano infatti una flessione del 9,7%. Rispetto al 2021 sono state immatricolate oltre 141.000 auto in meno.

Mercato dell’auto italiano: il 2022 chiude in rosso

Non basta il risultato positivo degli ultimi cinque mesi del 2022 – in particolare di dicembre, che ha visto una crescita del 21% grazie alle 104.915 nuove immatricolazioni contro le 86.717 unità di dicembre 2021 – per modificare la valutazione del mercato italiano dell’auto sull’intero 2022 che ha fatto registrare un calo complessivo del 9,7% sul 2021 e del 31,3% sul 2019, anno pre-pandemia. Le auto immatricolate nel 2022 sono state 1.316.702, ovvero oltre 141.000 auto in meno rispetto al 2021. Un “risultato catastrofico”, per utilizzare le parole di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor, che supera di poco (lo 0,9%) il minimo storico di 1.304.500 immatricolazioni del 2013, che era stato il peggior risultato del mercato automobilistico italiano dal 1978.

Quagliano ha affermato che il ritorno ai livelli normali, sui 2 milioni di veicoli immatricolati l’anno, resta “ancora molto lontano”. “In questo quadro appare evidente che la ripresa delle immatricolazioni in atto va sostenuta anche da incentivi pubblici come, peraltro, è avvenuto negli ultimi anni. Ciò anche perchè con le immatricolazioni scese ai livelli infimi di cui si è detto l’età media delle auto circolanti è andata al di là dei dodici anni con conseguenze molto serie per la sicurezza della circolazione e per le emissioni nocive”, ha sottolineato il presidente del Centro studi Promotor.

“Per il 2023 il Governo ha stanziato 630 milioni di euro per nuovi incentivi con una formula nella sostanza analoga a quella adottata nel 2022 che ha visto esaurirsi in brevissimo tempo lo stanziamento per le auto ad alimentazione tradizionale ed emissioni non superiori a 135 grammi di CO2 al chilometro e ha visto ampiamente inutilizzati gli stanziamenti per auto elettriche pure e dintorni. È molto probabile che la soluzione adottata per il 2023 produca risultati analoghi a quella del 2022 e cioè in larga misura insoddisfacenti. È quindi auspicabile che il provvedimento per il 2023 venga modificato nella sostanza per rendere gli incentivi per auto elettriche pure e dintorni economicamente accessibili anche ad automobilisti con una capacità di spesa limitata e, in attesa degli effetti della transizione energetica, per dare un effettivo e significativo contributo all’eliminazione delle auto più vecchie e più inquinanti con uno stanziamento veramente significativo per incentivi a coloro che rottameranno e acquisteranno una nuova auto ad alimentazione tradizionale, ma con emissioni non superiori a 135 grami di CO2 al chilometro”, ha proseguito.

“Davanti a questo quadro tutt’altro che esaltante dispiace che in un momento così importante e di profondo cambiamento del mondo automotive, nella Legge di Bilancio appena approvata non sia previsto nulla di nuovo per un comparto che deve affrontare rapidamente una profonda riconversione industriale e commerciale della filiera per sostenere la transizione verso una mobilità sostenibile. Seppur apprezzabile, quanto fatto finora non è sufficiente, i dati lo dimostrano chiaramente, e ci auguriamo che possano presto essere previste misure migliorative per raggiungere tale scopo”, ha detto invece il presidente di UNRAE, Michele Crisci, commentando i dati dell’anno.

“Chiediamo al Governo una chiara indicazione per l’accoglimento delle nuove tecnologie e, intanto, il mantenimento e potenziamento degli incentivi all’acquisto per il rinnovo del parco circolante almeno fino al 2026 per privati e aziende, prevedendo l’eliminazione o quanto meno l’innalzamento delle soglie di prezzo. Altrettanto urgenti sono l’elaborazione di una politica infrastrutturale per ricarica elettrica e rifornimento di idrogeno, e la revisione strutturale della fiscalità del settore, modulando detraibilità IVA e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2 per le auto aziendali”, ha concluso il presidente.

Anno nero per le auto elettriche, ibride in positivo

Stando ai dati forniti dal Centro studi Promotor, il 2022 è stato un anno nero soprattutto per le auto elettriche, la cui domanda in Italia è calata del 26,9%. Nonostante la disponibilità degli incentivi, infatti la quota di penetrazione è scesa dal 4,6% al 3,7%.

Al contrario, si registra un rialzo delle vendite delle vetture ibride: le mild hybrid sfiorano il 26% di market share e le full il 9,1%. Il Gpl, grazie ai costi ridotti, chiude bene il 2022, raggiungendo quasi il 9% di quota, mentre il metano, a causa dell’aumento dei prezzi, è sotto l’1% di rappresentatività, si ferma allo 0,8% di immatricolazioni.

A dicembre hanno fatto segnare una crescita a doppia cifra le auto a benzina e diesel, ma esse perdono nel consuntivo del 2022, con quote del 27,5% (-2,2 punti percentuali) e del 20% (-2,6 p.p.).

Auto immatricolazioni in calo, noleggio in crescita

L’analisi del mercato dell’auto del mese di dicembre conferma una crescita del volume delle immatricolazioni dei clienti privati (52,8% di quota), che chiudono il 2022 al 58,3%, in calo del 4,3%. Calano le auto immatricolazioni, che chiudono l’anno all’8,5% del totale (-1,4%). Cresce invece il noleggio a lungo termine, che a dicembre ha raggiunto il 28,7% del market share totale, chiudendo il 2022 al 23,1% di quota (+5,5%). In risalita anche il noleggio a breve termine che ha chiuso l’anno al 3,9% di quota di mercato (-0,4%). Ancora in crescita le società, al 7% di quota in dicembre e al 6,2% (+0,5%) nei 12 mesi 2022.

Crescono a doppia cifra tutti i segmenti, tranne quello delle city car che cede in volume e si ferma al 13,8% di quota, con una rappresentatività totale del 15,2%.

Nel 2022, le utilitarie del segmento B hanno guadagnato 1,7 punti, raggiungendo una quota del 39,3%, mentre le compatte del segmento C confermano il 29,7% del totale. Salgono rispettivamente al 13,3%, al 2,2% e allo 0,4% il segmento D, l’E e l’alto di gamma.

Per quanto riguarda le tipologie di carrozzerie, crossover e fuoristrada nel 2022 hanno guadagnato oltre 5 punti, al 53,7% del totale (i primi al 43,2%, gli altri al 10,5%). Le berline, invece, hanno perso 4,6 punti, scendendo al 39,6% di quota complessiva. Le station wagon non superano il 3,4% (-0,2%).

Mercato dell’auto italiano: le immatricolazioni dei gruppi

Per quanto riguarda le immatricolazioni dei costruttori, in testa alla classifica si conferma Stellantis che chiude l’anno con 463.804 immatricolazioni (-15,9%) e una quota mercato del 35,2% (dal 38,8%). A seguire troviamo il Gruppo Volkswagen, a quota 17.855 (+30,74%) e il Gruppo Renault (10.223 vetture), che chiude dicembre 2022 con una crescita dell’8,69%. Quarto posto per il Gruppo Toyota, con 8.439 auto (+32,52%).

Anno positivo per la società DR, che immatricola 2.172 auto (+162% sul 2022), e la MG, con 761 auto (+204%).

Stellantis è anche al primo posto in Italia nel mercato dei veicoli a basse emissioni con la spina.

I tre modelli più venduti in questo mercato sono i Suv Jeep «made in Italy», Renegade e Compass 4xe, e la Fiat Nuova 500 elettrica.

Se guardiamo ai singoli marchi di Stellantis, chiude il mese in positivo Alfa Romeo, con 1.664 auto (14.400 le auto immatricolate nel 2022, +27,37%). Bene anche Maserati, con 377 immatricolazioni (2.932 le vetture immatricolate nel 2022: +78% rispetto al 2021). Fiat Panda (105.384), Lancia Ypsilon (40.970) e Fiat 500 (33.996) si confermano essere le auto più vendute. Subito dietro c’è la Dacia Sandero (33.922).

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/vw-volkswagen-automobile-auto-1665127/]

 

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