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Carenza di gas, Volkswagen pronta a spostare la produzione

Carenza di gas, Volkswagen pronta a spostare la produzione

Per contrastare la carenza di gas e di altre materie prime, scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina, Volkswagen sta esaminando varie possibilità, tra cui la riorganizzazione della produzione tra i suoi stabilimenti a livello globale, che comporterebbe dunque lo spostamento delle attività dove le disponibilità di materie prime sono maggiori. A comunicarlo è stata la stessa casa automobilistica tedesca.

Carenza di gas, il comunicato di Volkswagen

Attraverso un comunicato il Gruppo Volkswagen ha spiegato che è pronto a riallocare parte della produzione fuori dalla Germania e dall’Europa orientale nel caso in cui la carenza di gas dovesse perdurare molto oltre questo inverno. L’opzione sul tavolo della casa automobilistica tedesca è da valutare nel medio termine.

“Tra le alternative di medio termine ci stiamo concentrando su una maggiore localizzazione delle forniture, su un trasferimento della capacità produttiva o alternative tecniche, pratiche simili a quelle già comuni per fronteggiare le sfide legate alla carenza di semiconduttori e alle altre recenti interruzioni della catena di approvvigionamento”, ha fatto sapere Geng Wu, capo degli acquisti del gruppo VW tramite una nota.

Spostamento della produzione da Germania ed Europa dell’Est a Penisola iberica e Belgio

Come ricordato dall’agenzia Bloomberg, l’azienda tedesca ha importanti stabilimenti in Germania, in Repubblica Ceca e Slovacchia, tra i paesi europei maggiormente dipendenti dal gas russo.

Un portavoce del Gruppo Volkswagen ha riferito a Bloomberg che l’Europa sudoccidentale o le zone costiere del nord Europa hanno un migliore accesso al gas naturale liquefatto che arriva via mare e potrebbero essere i beneficiari di eventuali turni di produzione.

La Casa di Wolfsburg gestisce già fabbriche in Portogallo, in Spagna e in Belgio, tutti paesi che ospitano terminali GNL (Gas Naturale Liquefatto).

L’eventuale trasferimento di produzioni potrebbe dunque comportare grandi benefici per altri Paesi europei che ospitano importanti terminal per la rigassificazione e impianti automobilistici dello stesso gruppo tedesco, come, appunto, Spagna, Portogallo o Belgio.

Per quanto riguarda Spagna e Portogallo, al colosso automobilistico tedesco, oltre alla presenza degli stabilimenti, gioverebbe anche il price cap, ovvero il tetto al prezzo all’ingrosso del gas approvato dalla Commissione europea e reso efficace dal 15 giugno. La misura sta dividendo l’Europa ma è già efficace nei due Paesi iberici.

Si tratta di un intervento da 8,4 miliardi di euro: 6,3 miliardi per la Spagna e 2,1 miliardi per il Portogallo. Il tetto è stato fissato a 40 euro per megawattora per i primi sei mesi. Successivamente aumenterà di 5 euro al mese, fino a toccare i 70 euro. Secondo il governo di Madrid il provvedimento dovrebbe comportare un risparmio medio del 15% in bolletta.

Volkswagen preoccupata dei possibili rincari sui suoi fornitori

Volkswagen riferisce di aver “approntato i migliori preparativi possibili” per affrontare eventuali carenze di gas, tuttavia, si è anche detta preoccupata del possibile effetto dei rincari tariffari sui suoi fornitori. Per questo il responsabile delle relazioni esterne, Thomas Steg, ha chiesto un intervento per evitare eventuali conseguenze devastanti: “Anche i politici devono frenare l’attuale boom incontrollato dei prezzi del gas e dell’elettricità. Altrimenti, le piccole e medie imprese, in particolare quelle ad alta intensità energetica, avranno grossi problemi nella filiera e dovranno ridurre o fermare la produzione”, ha detto Steg.

[fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/fumo-camino-inquinamento-fumare-258786/]

 

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